Argini europei alle derive autoritarie

Per deriva autoritaria s’intende la rottura dell’equilibrio tra i poteri, il che solitamente avviene a vantaggio dell’esecutivo. Per la dottrina liberale i tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) si dovrebbero infatti limitare a vicenda: ogni potere è anche un contropotere. In questo modo si impedisce che un Organo dello Stato diventi abbastanza forte da mettere in pericolo i diritti dei cittadini. Per questo motivo, di fronte a una riforma costituzionale che rafforza il potere del governo, si è parlato di rischio di deriva autoritaria.

Per qualcuno questa paura è del tutto infondata. Si può infatti sostenere che, dal momento che nell’Italia di oggi i magistrati controllano i politici mentre i politici non controllano i magistrati, anche i maggiori poteri del governo sarebbero pur sempre sottoposti al vaglio della magistratura: il che rischia di rendere del tutto inutile una riforma che mira, tra le altre cose, a ridurre i tempi che separano il momento della decisione da quello della realizzazione delle opere pubbliche.

Va però ricordato che i magistrati applicano la legge, e che la maggioranza di governo potrebbe risolvere il problema alla radice, modificando le leggi che permettono i controlli. Ipotesi che, con l’approvazione della riforma costituzionale sarebbe tutt’altro che remota. Un sistema nel quale chi vince le elezioni governa nella maniera più efficace possibile è, infatti, del tutto allergico a qualsiasi controllo che non sia quello degli elettori.

Basta questa ipotesi a far parlare di deriva autoritaria? Non basta, almeno fino a quando ci sarà un giudice a Strasburgo. Nella città francese si trova infatti la sede della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, alla quale si può rivolgere ogni cittadino europeo che lamenti la lesione dei diritti previsti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). In Lussemburgo ha invece sede la Corte di giustizia dell’Unione europea, che vigila sul rispetto dei Trattati europei e può sanzionare perfino il comportamento di uno Stato, qualora leda i diritti di un suo cittadino.

L’eventuale riforma della costituzione non potrà incidere su queste istituzioni sovranazionali. Ad esse i cittadini italiani potranno continuare a rivolgersi, anche se si dovessero avverare i peggiori incubi di chi vede nel referendum un’attentato alle proprie libertà. La deriva autoritaria non sembra pertanto all’orizzonte.

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