Pare destinata a slittare la pronuncia del Tribunale costituzionale federale tedesco sulla compatibilità del c.d. Fondo salva Stati con la Legge fondamentale della Germania
L’attesa è molta, perché dalla decisione dei giudici potrebbe dipendere il futuro dell’integrazione europea.
Inoltre, visti gli stretti legami economici fra le due sponde dell’Atlantico, alle sorti della moneta europea sono legate quelle della recessione statunitense (nonché delle possibilità di rielezione del Presidente Obama, costantemente impegnato in difesa della stabilità dell’Euro).
In questo, come nella grande maggioranza dei casi simili, quella dei giudici tedeschi sarà una decisione politica più che giuridica. Alla legge, sopratutto a quella costituzionale, si può infatti far dire tutto e il contrario di tutto. La soluzione non va dunque cercata guardando alle norme, ma alla volontà della classe politica tedesca di affermare o meno la propria egemonia sul resto del Continente.
Per capire cosa s’intende per egemonia si deve volgere lo sguardo alle vicende che, nel corso dei secoli, hanno segnato l’evoluzione del federalismo tedesco, che, a differenza di quello americano, è caratterizzato da una tradizione di diseguaglianza fra gli stati membri. Basti pensare che al Senato degli Stati Uniti siedono due rappresentati per ogni Stato, sia esso piccolo o grande, mentre nel suo equivalente tedesco, il Bundesrat, si varia da un minimo di 3 a un massimo di 6 seggi in base alla popolazione dei Länder.
La differenza, specie sotto il profilo teorico, non è di poco conto, anche se rispetto al passato – quando la Prussia aveva di fatto il controllo di tutta la federazione – ha perso importanza a livello pratico.
In sintesi, va tenuto presente come per i Tedeschi la federazione non sia un rapporto fra uguali ma un concetto compatibile con la differenza dei rapporti di forza.
Al momento sono loro i più forti e tutto lascia pensare che vogliano continuare a esserlo. Per questo motivo è probabile che vogliano salvare l’Europa, per salvare allo stesso tempo la propria egemonia al suo interno.