Sul Corriere di oggi (3 agosto 2016) Marco Cianca invoca un “Nuovo contratto politico contro la regressione civica”.
Per raggiungere l’obiettivo Cianca propone: “di accompagnare il referendum di novembre con l’elezione di una piccola costituente circoscritta nel tempo e con un solo scopo: redigere una nuova legge elettorale”. Oppure appellarsi ai cittadini stessi che, attraverso un referendum consultivo, dovrebbero indicare il loro sistema elettorale preferito. Tecnicamente parlando l’idea sembra difficilmente realizzabile, anche se, come dice giustamente Cianca: “Volendo si può fare tutto”.
A tal proposito dispiace che i promotori della riforma non abbiano “voluto” inserire la legge elettorale in Costituzione. Sarebbe infatti questo l’unico modo per evitare quella che nell’articolo è definita come strumentale incoerenza, per cui: “Oggi mi va bene questo sistema e lo difendo, domani temo che possa favorire l’avversario e allora lo rinnego”. Se il procedimento elettorale fosse di rango costituzionale, infatti, sarebbe impossibile cambiarlo con le maggioranze richieste per le leggi ordinarie. In questo modo il governo di turno non sarebbe più libero di cambiare le regole del gioco senza il consenso delle opposizioni. In altre parole, sarebbe necessario l’accordo tra chi pensa di vincere e chi pensa di perdere.
Va detto che, a differenza di quanto accade per altri aspetti della riforma, sembrano venute meno le ragioni che spinsero i costituenti a non inserire la legge elettorale in costituzione. Subito dopo la guerra, quando una vittoria del Partito comunista avrebbe avuto conseguenze difficilmente immaginabili, era infatti necessario garantire al sistema politico la flessibilità necessaria per potersi adeguare all’evolversi del contesto internazionale (in sintesi, era necessario impedire a tutti i costi la vittoria dei comunisti). Oggi, l’unica scelta di questo livello potrebbe essere quella, sicuramente meno drammatica, tra restare o meno nell’ambito dell’Unione europea. Sarà forse il timore per la possibile vittoria di un Movimento euroscettico che si è preferito mantenere il pallino della legge elettorale nelle mani del governo di turno?
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